martedì 1 febbraio 2011

Nì Santas nì Putas solo Mujeres

Quella appena trascorsa è stata una settimana importante per tutte quelle donne che hanno voluto far sentire la loro voce e urlare al mondo che non tutte anteponiamo alla nostra dignità la volontà di essere qualcuno nel mondo della televisione o altrove.
La maggiorparte di noi ha un cervello, molto ben sviluppato, logico e ben funzionante che purtroppo nella nostra società a nulla vale.
In questi giorni giravano, quindi, immagini e notizie biografiche su donne meravigliose, coraggiosissime, intelligentissime, spesso non fortunate, ma che hanno dato con i loro gesti, le loro parole, i loro pensieri e le loro azioni un importante contributo alla causa femminile (e non femminista).
C'era ad esempio Franca Viola la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore diventando un simbolo della crescita civile dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell'emancipazione delle donne italiane.
C'era Maria Montessori che superando il pregiudizio maschile divenne la prima donna medico.
C'erano foto di tutte quelle Donne che durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno tenuto sù le sorti del Paese, con i loro gesti eroici. Donne Partigine, che con le loro staffette hanno portato ristoro, dolcezza, aiuto a tutti quegli uomini che conbattevano per liberare l'Italia.
Donne che non si sono tirate indietro difronte a scene cruente, e che spesso sono morte pur di non tradire i loro ideli.
C'era poi Oriana Fallaci, scrittrice, giornalista e prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Donna carismatica, che ha sempre detto quello che pensava fino ad essere, spesso, fraintesa.
Penso che lei abbia scritto parole bellissime, proprio riguardo l'essere donna nel libro "Lettera ad un bambino mai nato".
Le lessi per la prima volta, penso, all'eta di quattordici, quindi anni, quando mia madre mi prestò quel suo libbricino che teneva fra i sui libri.
Non capì bene il significato di quelle parole.
Non capì bene, i sentimenti di quella donna, che anche in quel libro fu contraddittoria nelle sue decisioni.
Sono parole dolcissime ma razionali, una presa di coscienza dell'essere donna.
A voi Donne, che lottate, affrontate e superate i piccoli/grandi drammi quotidiani senza arrendervi mai dedico queste parole:




"Sarai un uomo o una donna? Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io: non sono affatto d’accordo con la mia mamma la quale pensa che nascere donna sia una disgrazia. La mia mamma, quando è molto infelice, sospira: «Ah, se fossi nata uomo!». Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicare l’assassinio di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. E’ un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata. Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. E’ solo un diritto fra tanti diritti. Faticherai tanto ad urlarlo. E spesso, quasi sempre, perderai. Ma non dovrai scoraggiarti. Battersi è molto più bello che vincere, viaggiare è molto più divertente che arrivare: quando sei arrivato o hai vinto, avverti un gran vuoto. E per superare quel vuoto devi metterti in viaggio di nuovo, crearti nuovi scopi. Sì, spero che tu sia una donna: non badare se ti chiamo bambino. E spero che tu non dica mai ciò che dice mia madre. Io non l’ho mai detto… Il cuore e il cervello non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e  di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina. Ti chiederò di sfruttare bene il miracolo d’essere nato…
(Lettera ad un bambino mai nato, Oriana Fallaci)

4 commenti:

  1. grazie per queste belle parole :)
    emme

    RispondiElimina
  2. ...sempre io!!!
    ma che bello il nuovo "abito" del tuo blog :]
    emmme

    RispondiElimina
  3. Grazie Emme,
    si, anche a me piace più questo...
    caldo accogliente... meno triste del precedente...

    RispondiElimina
  4. Bel post..bei pensieri..belle verità!

    ciao!


    http://unblogacasoilmio.blogspot.com

    RispondiElimina